Partire dal confronto con il benchmark per ridurre i costi generali delle aziende. È questo il core-business di SPP Cost Control SA: società costituitasi nel 2019 ma la cui “gestazione” è iniziata già alcuni anni prima, quando il gruppo di analisti che ne costituiscono il “nocciolo duro” e operativo, hanno avuto modo di maturare esperienze concrete in aziende ticinesi.
Per saperne di più su questa dinamica società, abbiamo interpellato Marco Piano, Partner di SPP Cost Control SA e consulente aziendale.
- Marco, qual è la vostra parola chiave? L’attività di SPP è lo scandaglio dei costi generali e la sua particolarità consiste nel verificare - grazie alla disponibilità di dati di mercato e di persone che conoscono i vari ambiti merceologici oggetto di analisi - se i prezzi applicati dai fornitori corrispondono ai migliori prezzi di mercato per le quantità e le qualità di prodotto o servizio scelti dal cliente. La nostra parola chiave, insomma, è “benchmark”!
- Di quali competenze e professionalità vi avvalete? Per alcune categorie di prodotti (facility management, telecomunicazioni, packaging, materiale d’ufficio) disponiamo di competenze “in casa”, mentre per altri prodotti/servizi specifici (materiale medico, marketing digitale, quotazioni per l’energia) facciamo capo a specialisti che coinvolgiamo ad hoc. La nostra vera expertise sta nel metodo: il cliente che decide di affidarsi a noi ne è consapevole, capisce l’importanza di affiancarci (senza contrapporci) al capo acquisti interno.
- Nelle vostre analisi dei costi di fornitura e di approvvigionamento, su quali ambiti vi focalizzate? Dipende dal cliente, dalla struttura dei suoi costi e dalle voci di spesa che, in base alla nostra analisi oppure secondo i nostri interlocutori (il CFO, il COO, il CEO o il proprietario), presentano maggiori margini di ottimizzazione/risparmio.
Un’azienda industriale dovrà prestare cura al materiale che trasforma, al costo delle confezioni e dei trasporti; una banca avrà interesse ad analizzare i costi degli immobili, dei viaggi, delle stampanti, della telefonia, mentre una struttura sanitaria non potrà dimenticare il materiale medico o la sicurezza.
Degli enti pubblici ci hanno chiesto di focalizzarci sul facility management.
- Al termine della vostra attività di analisi e comparazione, quali margini di risparmio/ottimizzazione riscontrate? Secondo la nostra esperienza, e pensando ai casi concreti analizzati, si può andare da un minimo del 10% fino a livelli molto superiori, ad esempio per le categorie notoriamente più “volatili” come quelle delle telecomunicazioni o degli stampati. A volte nelle aziende si trascura, in buona fede e per mancanza di risorse dedicate, l’importanza del processo d’acquisto (procurement) e della regolare revisione dei contratti e dei capitolati. Naturalmente abbiamo anche casi di voci di spesa in cui non ci sono margini, ovvero il cliente riesce ad avere prezzi allineati al benchmark (+/- 5%): in quel caso non ci resta che complimentarci col cliente! Molto dipende anche dagli importi assoluti in gioco.
- Difficilmente le aziende, mettono in discussione i propri fornitori. Questo esercizio, invece, ogni tanto andrebbe fatto? L’espressione “mettere in discussione” lascerebbe quasi presupporre il cambiamento del fornitore, quando non dev’essere per forza così. Anzi, in generale nessuno tende a cambiare le proprie abitudini. Piuttosto, si tratta di verificare - con una certa regolarità - condizioni e mercato di riferimento nonché di capire se i propri fornitori sono allineati. Il motivo? Perché prezzi e mercati si muovono e le abitudini possono giocare brutti scherzi. In più, come detto, vanno esaminati i processi interni.
- Risultati alla mano, le aziende tendono a cambiare il fornitore oppure preferiscono rinegoziare le condizioni contrattuali? Diciamo che il cambiamento di fornitore non è la regola. Quando capita, è perché il rapporto di fiducia si era già incrinato o perché il cliente vuole provare qualcosa di nuovo. Spesso accade anche che si preferisca rinunciare al maggiore risparmio prospettato da un nuovo fornitore e che ci si “accontenti” del nuovo prezzo proposto dal fornitore abituale (comunque rivisto e riallineato al mercato).
- Quanto costano le vostre analisi? SPP Cost Control si fa remunerare a performance, ovvero percepisce una percentuale del risparmio effettivo realizzato nel primo anno e calcolato a 12 mesi dall’implementazione. Naturalmente le misure di ottimizzazione sono concordate con il cliente prima. Ci piace dire che, oggettivamente, il cliente ha solo da guadagnare!
AGEVOLAZIONI PER GLI ASSOCIATI AITI, FIT e ATIO
- Per concludere, vogliamo ricordare quali agevolazioni accordate alle imprese associate AITI, FIT e ATIO? Grazie ad una specifica Convenzione, SPP si impegna a offrire alle aziende associate ad AITI, FIT e ATIO - senza alcun onere finanziario - un incontro di presentazione del procedimento e della metodologia di analisi ed una prima analisi delle possibili aree di intervento. Inoltre, nel caso si volesse proseguire, si applicherebbe una fatturazione sul risultato ottenuto con uno SCONTO DEL 15% RISPETTO AL NOSTRO LISTINO.