Nuove formule di ristorazione aziendale

23 Luglio 2018

A colloquio con Emanuele Londini, Sales & Catering Manager di EasyDiet e EasyScene: società di catering specializzata anche nella ristorazione aziendale che, proprio recentemente, ha messo a punto una nuova soluzione per i pasti dei collaboratori: le vaschette easyeat.

 

Per implementare una mensa all’interno di un’azienda, quali requisiti di partenza ci devono essere? Immagino che il fattore “massa critica” abbia una certa rilevanza… Prima di tutto ci vuole un buon appetito! Scherzi a parte, lei ha assolutamente ragione, il numero dei potenziali commensali rappresenta la variabile principale dell’equazione che risponde alla domanda: “Vale la pena implementare un servizio di ristorazione all’interno dell’azienda”? Parlando in termini percentuali, di norma la risposta dei collaboratori interessati ad un sevizio di ristorazione in azienda si aggira intorno al 30% del personale attivo: una buona base di partenza per poter attivare il servizio!

 

Tra allergie, intolleranze e nuove abitudini alimentari - vegetarismo, veganismo, restrizioni di origine religiosa - oggi diventa sempre più complicato erogare un servizio mensa in grado di rispondere alle esigenze e alle aspettative di tutti gli utenti. Conferma? È vero! Il melting pot che si è via via venuto a creare anche qui in Ticino, ha contribuito a “contaminare” e a modificare profondamente i gusti alimentari della popolazione. Di conseguenza, chi come noi si occupa di ristorazione aziendale, di questi mutamenti ha dovuto e deve continuare a tenerne conto! Non solo: nella strutturazione delle nostre proposte menù, abbiamo dovuto parimenti considerare l’osservanza, sempre più diffusa, di regimi alimentari “salutistici” che hanno indotto numerose persone ad abbondonare il consumo di carne, pesce e latticini.
Insomma, la consapevolezza della coesistenza di abitudini alimentari diversificate è ormai consolidata ed è diventata - insieme alla costante ricerca dell’eccellenza qualitativa - parte integrante tanto del nostro prodotto, quanto del nostro servizio. Riuscire a rispondere positivamente a tutte queste richieste del “mercato” è una sfida che, a noi operatori del settore, ha dato senza dubbio nuovi stimoli, ci ha “obbligato” a ricercare proposte alimentari alternative e a sperimentare nuovi accostamenti.
Una sfida affascinante, che portiamo avanti giorno dopo giorno con l’intento di migliorarci.

 

- Come vi siete attivati per rispondere a queste nuove esigenze ed aspettative? Prima di noi, fortunatamente, ci ha pensato il legislatore a tutelare i consumatori, normando e regolando tutto quanto è relativo ad allergie e intolleranze alimentari.
La rigida disciplina che adottiamo nell’osservare e nell’applicare le regolamentazioni vigenti alle procedure aziendali, ci permette di abbattere i rischi e di risolvere preventivamente buona parte delle problematiche. Per quanto riguarda, invece, le esigenze della clientela vegetariana, vegana o attenta alle prescrizioni di natura religiosa, abbiamo via via sviluppato tutta una serie di proposte capaci di rispondere positivamente anche a questo genere di richieste.

 

Non tutte le aziende hanno i requisiti per attivare un servizio mensa interno. Fortunatamente, in assenza della necessaria massa critica, esistono delle valide soluzioni alternative. Una di queste è il vostro servizio Easyeat, basato sulla fornitura on demand di vaschette contenenti pietanze fresche: come funziona? La sempre maggiore attenzione delle imprese ticinesi nei confronti delle esigenze del proprio personale le ha portate a chinarsi anche sulla “problematica alimentare” e a preoccuparsi di offrire, unitamente ad altri servizi, quello della ristorazione in azienda. Bisogna però dire che sovente i requisiti necessari, soprattutto a livello di spazio disponibile, mancano.
Con Easyeat abbiamo cercato di superare questi ostacoli ripensando, rivedendo e migliorando (sicuramente non inventando!) il concetto di pasto “veicolato”, attingendo a tecnologie e a macchinari all’avanguardia. Oggi, le tecnologie a disposizione del settore alimentare e della ristorazione permettono infatti di produrre i pasti commissionati all’interno di centri di cottura centralizzati, dopodiché di trasportarli - per poi rigenerarli con il forno a microonde - presso il luogo di consumo finale (l’azienda) con dei risultati qualitativi sorprendenti. Per saperne di più sul funzionamento di questo servizio, potete visitare il sito www.easyeat.ch.

 

- Tra quante differenti proposte menù è possibile scegliere? Il nostro sito è il fulcro di tutto il servizio. Su www.easyeat.ch pubblichiamo un menù stagionale “à la carte” e, settimanalmente, un menù giornaliero. Ogni menù si compone di più piatti: primi, secondi, insalate, panini e dessert. Gli utenti possono scegliere a piacimento tra le diverse proposte e comporre così un menù personalizzato.

 

- Immagino che le vaschette contenenti le pietanze ordinate  siano ultra-igieniche e capaci di preservare le proprietà organolettiche e nutritive degli alimenti… Abbiamo investito in macchinari all’avanguardia: uno su tutti l’abbattitore di temperatura che non si limita a ridurre velocemente la temperatura dei cibi bensì prevede diverse tipologie di programmi, a dipendenza del tipo di alimento da trattare. Nulla, infatti, può essere lasciato al caso.
Ogni scelta punta ad un unico obiettivo: la qualità, che per EasyDiet include la sicurezza alimentare. Essa parte dalla selezione dei fornitori e, passando dalla produzione, giunge fino al contenitore che non è solo ultra-igienico e capace di preservare le proprietà nutritive degli alimenti, ma anche eco-responsabile.

 

- Per attivare un servizio di questo genere, quale numero minimo di ordinazioni giornaliere dev’essere garantito? Eventualmente, è anche possibile effettuare ordinazioni interaziendali? Mi permetto di mutuare un termine dal mondo della sartoria: su misura. Ogni cliente ha una richiesta comune: il cibo. Tutto il resto va personalizzato. Sarebbe limitante definire un numero, i fattori in gioco sono infatti molteplici. Mi spiego meglio. In alcuni casi, anche se il cliente è “piccolo” ma serviamo già la zona in cui si trova, allora non si presenta il problema del numero. Tanti clienti piccoli fanno un cliente grande!
Non ci piace nemmeno parlare di “minimi garantiti”, preferiamo piuttosto parlare di un periodo di prova in virtù del quale, in collaborazione con l’azienda, ci impegniamo a convincere il maggior numero possibile di collaboratori a testare il nostro servizio attraverso il motto “provare per credere”.
Di norma, le aziende partecipano al costo dei pasti in ragione del 50%.