EXPORT CONTROLS E TRADE SANCTIONS IN PROSPETTIVA UE: un corso inedito per le aziende ticinesi

09 Luglio 2016

A colloquio con Laura Beretta, coordinatrice scientifica di un inedito percorso formativo modulare dedicato all’export e al commercio internazionale che prenderà il via in autunno e che è stato fortemente voluto dall’Associazione Industrie Ticinesi. Data del primo corso, giovedì 1° ottobre 2015.

 

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Per maggiori informazioni sulle tariffe e sulle modalità d’iscrizione, potete contattare Simona Galli di AITI Servizi: 
Telefono diretto: 091 911 84 72 – e-mail: [email protected]

 

 

- Dott. Beretta, l’Associazione Industrie Ticinesi - su suo suggerimento e con la sua consulenza scientifica - ha deciso di organizzare e di patrocinare un nuovo percorso di formazione modulare dedicato all’export e al commercio internazionale, che prenderà il via quest’autunno. Cosa differenzierà la vostra offerta formativa da quelle già esistenti, in Ticino e più in generale in Svizzera?
Il Canton Ticino e la Svizzera hanno già un’offerta formativa su diverse tematiche del commercio internazionale, le problematiche doganali e le sfide dell’esportazione, ma in gran parte focalizzata sulla prospettiva e la disciplina svizzera. Sia per il corso di ottobre che per i promissimi, l’idea è invece quella di presentare la disciplina dell'UE, cercando di sottolineare le opzioni per gestire le diverse interpretazioni delle autorità degli Stati membri. 
Per le imprese svizzere l'UE è sia un mercato di sbocco importante, sia un territorio in cui multinazionali svizzere hanno sedi produttive e distributive. Proprio per questa ragione un’altra prospettiva che verrà - laddove possibile - privilegiata in alcune iniziative future, sarà l’ottica comparatistica, quindi le differenze tra la disciplina svizzera e quella UE.
 

- Perché avete deciso di tenere i corsi in lingua inglese? Pensate in questo modo di attrarre corsisti che provengono anche da altri Paesi?
L’inglese è la lingua di espressione quotidiana delle imprese con presenza o vocazione internazionale. 
Sì, l’auspicio è proprio quello di potersi rivolgere a partecipanti provenienti anche da altre parti della Svizzera e, magari, da altri Paesi. Sarebbe un valore aggiunto per chi partecipa poiché si creerebbero, nei momenti di pausa e di networking, occasioni di confronto su come, in pratica, un’azienda si pone e come affronta le diverse problematiche dell’internazionalizzazione. Inoltre alcune multinazionali, i cui reparti specializzati e dedicati alla trade compliance operano dalla casa madre o sede svizzera, hanno manager delle nazionalità più disparate che farebbero fatica a seguire e ad interagire in una lingua diversa dall’inglese.

 

- A quale target di pubblico vi rivolgete? Insomma, chi potrebbe trarre beneficio dalla frequentazione dei vostri corsi? L’idea è quella di mantenere una metodologia che chiarisca sin dall’inizio quali sono i rischi, anche reputazionali, e le responsabilità connesse alla violazione delle norme; che fornisca le basi per capire le linee essenziali di ciascun tema; che delinei una check-list in modo che l’azienda possa acquisire anche un minimo di autonomia almeno nel recupero delle informazioni di base; che presenti i casi più significativi tratti dalla nostra esperienza professionale e dalla giurisprudenza. 
Questo significa che chi è a digiuno può acquisire i rudimenti e quindi la consapevolezza delle sfide e delle responsabilità cui va incontro un’azienda ma anche delle opportunità a sua disposizione nel momento in cui si relaziona con i mercati internazionali. Chi ne sa di più, può confrontare la propria conoscenza e magari condividere i dubbi su aspetti specifici.
Tranne le multinazionali (che hanno delle figure dedicate alla trade compliance), tale funzione viene, più o meno consapevolmente, svolta da tutti i dipartimenti chiave di un’azienda: la logistica/supply chain e l’amministrazione. Idealmente tutte le figure aziendali dovrebbero essere formate, quindi anche la vendita, la produzione, il customer care. E possibilmente, il presidio - ma anche la conoscenza dei temi dell’internazionalizzazione - dovrebbe avere la “sponsorship” interna del top management. Inoltre, chi assiste e accompagna le imprese nel processo di internazionalizzazione - come le banche e professionisti quali fiduciari e avvocati - può trarre beneficio da questi corsi, visto oltretutto che i temi trattati appaiono solo in parte nei programmi di formazione post-universitaria.


- Il primo corso è programmato per mercoledì 1° ottobre 2015 presso il Parco Maraini Resort di Lugano. Ci può anticipare brevemente i contenuti che verranno trattati in questa giornata? 
Parleremo dei cosidetti export controls in prospettiva UE, e cioè di come identificare se un prodotto è di uso duale, cioè potenzialmente utilizzabile a fini militari oltrechè civili, o addirittura militare nonché delle condizioni per poterlo esportare o commercializzare legittimamente. Tratteremo delle sanzioni economiche decise dall'UE nel contesto della propria politica estera di sicurezza comune. L’obiettivo è spiegare come evitare di incorrere in responsabilità e sanzioni ma anche quali strategie sono possibili rispetto ai mercati o ai soggetti colpiti da embargo. In alcune situazioni gli headquarters svizzeri possono incorrere in responsabilità se le loro filiali ubicate nell'UE violano le norme sugli export controls e gli embarghi.

 

 

- Ci può dire qualcosa anche sugli speakers e sulle loro rispettive sfere di competenza?
Sia io che l’Avv. Davide Rovetta ci occupiamo - da diversi anni - di diritto del commercio internazionale, compresi gli aspetti doganali, di export controls ed embarghi, principalmente nella prospettiva del diritto UE ma anche nel caso in cui uno Stato terzo, non-UE, abbia in vigore una normativa o ponga in essere una prassi contraria ai principi e agli accordi del sistema multilaterale GATT/WTO del quale sia la Svizzera, sia l'UE fanno parte.
L’avv. Rovetta ha un’enorme esperienza di contenzioso non unicamente in materia di embarghi, non solo innanzi a corti nazionali, bensì anche davanti alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, oltre che in qualità di esperto legale per giurisdizioni sovrane coinvolte in casi WTO. 
Oltre che alla consulenza professionale, da diversi anni una parte importante della mia attività è dedicata alla formazione: alla Business School dell’Università Bocconi di Milano, in iniziative organizzate dalla SUPSI di Lugano e, privatamente, nell’ambito di programmi di formazione in-house studiati sulle specifiche esigenze di ciascuna azienda.

 

- La prospettiva UE sarà dunque predominante in questo primo appuntamento formativo. Lo sarà anche nei prossimi? In linea di principio sì, ma - grazie ai network professionali in cui siamo inseriti - possiamo contare sull’esperienza di professionisti eccellenti che operano in altri Paesi non-UE e possono portare alle aziende la prospettiva delle loro giurisdizioni. Inoltre, ogniqualvolta sarà possibile, i temi verranno presentati in ottica comparatistica: in primis UE – Svizzera.

 

- Il corso del 1° ottobre godrà del patrocinio di sostenitori importanti e prestigiosi: Ce li può presentare in breve? Il Dipartimento Affari Internazionali dell’Amministrazione Federale delle Dogane svizzere sostiene il proposito e lo spirito di questa iniziativa. 
Grayston & Company - lo studio legale di Bruxelles con cui l’Avv. Rovetta ed io ci pregiamo di collaborare - è una realtà professionale leader in tutti gli aspetti regolatori del diritto UE e, negli ultimi anni, ha seguito un numero notevole di casi in materia di embarghi innanzi alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea.

Trusted Trade Alliance, network fondato negli Stati Uniti che riunisce i maggiori esperti in materia di legislazione doganale e del commercio internazionale. Segue casi complessi di compliance e i suoi esperti si caratterizzano per il loro supporto professionale alle istituzioni pubbliche e/o per l’impegno accademico o comunque in ambito formativo con istituzioni di primo livello.
L’iniziativa sarà arricchita della presenza del manager di Amber Road per la Svizzera, il quale presenterà il supporto offerto dall’impiego dei loro software altamente specializzati nella gestione e l’aggiornamento dei contenuti in materia di commercio internazionale e diritto doganale.